9 gennaio 2016

Musica per l'anima con il film "Departures"

Qualche volta capita. Capita che dopo aver messo a dormire i bambini si riesca a vedere un film tutto intero, all'orario giusto e sui canali tradizionali per giunta. E non solo qualche sera fa è successo, ma siamo riusciti a veder un film bellissimo con una musica indimenticabile.
Si tratta di "Departures", vincitore di numerosi premio in Giappone e premio Oscar come miglior film straniero 2009, d quando l'ho visto non faccio altro che ascoltare il tema della colonna sonora.




Era un film di cui avevo letto e che mi incuriosiva: con lo scioglimento dell'orchestra i cui lavora, svanisce il sogno del violoncellista Daigo che decide di tornare nel suo paese d'origine. Alla ricerca di un nuovo lavoro, va al colloquio per un posto in un'agenzia di "viaggi", scoprendo molto presto che non di partenze per vacanze si tratta, ma di dipartite per il regno dell'aldilà. 

Dopo un'iniziale perplessità, il protagonista impara il rito della deposizione, una tradizione giapponese che rappresenta la necessità di prepararsi alla partenza del defunto, con una liturgia laica utile soprattutto a chi rimane. Lo so, l'argomento non è semplice, ma il film è talmente delicato e raffinato, commovente e profondo che ti lascia come stregato. Come dice Paolo Meneghetti del Corriere della Sera "dopo averlo visto il premio Oscar non sembra per nulla un azzardo". Tra varie vicissitudini il protagonista accetta di non essere il musicista di talento che pensava e scopre di avere una vocazione come tanato-esteta. Qui una riflessione sul film.
E poi, come detto, c'è la musica. L'autore è Joe Hisaishi, già autore delle musiche per film di Takeski Kitano e Hayao Miyazaki, accompagna lo spettatore e il protagonista attraverso un viaggio alla scoperta dei significati più intimi dell'esistenza. 
Ascoltatela una volta, una volta sola, vi stregherà.

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