25 febbraio 2016

Una nuova scuola per Savignano?

Ci siamo incontrate in quattro col fare un po' cospiratore. Quattro mamme – di cui una è una delle splendide dade del nido – di fronte a una tisana bollente che, prima timidamente, e poi con sempre più convinzione parlano di un sogno, della volontà di realizzare qui nel (piccolo) paese di Savignano una nuova scuola.




Montessoriana, libertaria, democratica, nel bosco… ancora non si sa, ma l'idea è di una scuola che non abbia la classica impostazione dell'insegnante che spiega e dell'alunno che apprende, seduto per tutta la mattina su un banco, impegnato periodicamente in verifiche, compiti a casa, secondo un rigido programma ministeriale a cui ci si deve adeguare.
Una scuola dove il bambino possa esprimere tutta la sua naturale voglia di conoscenza, dove possa correre, seguire i suoi ritmi, scoprire il mondo.

E poi ci sono venuti tutti i dubbi del caso.
Deve essere pubblica o privata? Pubblica sarebbe meglio, ma poi ogni decisione poi spetterebbe al dirigente scolastico. Privata potrebbe apparire come scelta d'élite per qualcuno che si ostina a credere in certe idee di sinistra.
E il posto? e il luogo? Deve essere elementare, come suggeriscono le età dei nostri figli, o conviene fin da ora progettare una scuola che parta dalla materna?
E le insegnanti? Come sceglierle? E i genitori: ce ne saranno altri interessati? Che una scuola di questo tipo prevede necessariamente un coinvolgimento molto maggiore dei genitori rispetto alle scuole istituzionali. E questo significa che, se è vero che il sogno è meraviglioso, poi tocca fare un passo per andare nella direzione del sogno. E questo passo implica necessariamente un'esposizione, un  dire chiaramente "la scuola che c'è adesso non ci piace", con il seguito di critiche e di detrattori da gestire. Come genitori dovremmo destrutturarci da tutta una serie di idee sulla scuola a cui siamo abituati: la cattedra, la maestra che insegna e l'alunno che impara, i compiti (oddio!) da fare, il programma da seguire.
E poi mi sono venute in mente le parole di Noemi Paymal, la fondatrice di Pedagooogia 3000, il nuovo paradigma educativo per i bambini del Terzo millennio: "Le decisioni per cambiare le cose nell'educazione spettano ai genitori, senza aspettare che se ne occupi il governo". Urca.

Dopodiché hanno iniziato a tremarmi le vene e i polsi.

Questo sogno si realizzerà? Non ne ho idea, lo scopriremo.
Per ora il prossimo passo: seminario montessoriano a inizio marzo in quel di Gambettola.

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