- Attend, la parola magica. La parola "aspetta", attend, in Francia fa parte del gergo educativo, viene ripetuta spesso ai bambini proprio perché questi imparino il controllo e la pazienza. Il che permette ai genitori non solo di bersi un caffè al bar in santa pace, ma di sostenere intere conversazioni tra adulti. Se poi ogni fine settimana le mamme francesi preparano torte con i loro pargoli il motivo non da ricercarsi solo nell'avere buoni dolci in casa, ma nell'insegnare la pazienza: pazienza per fare il dolce, per aspettare che si cuocia e per mangiarlo. Avere figli in grado di aspettare rende la vita più piacevole.
- Le cadre, poche regole chiare. Significa dare ai bambini limiti ben definiti – la cornice, appunto – che i genitori si impegnano a far rispettare. All'interno di questi limiti, in genere su pasti/sonno/televisione, i bambini godono di grande libertà. Dal punto di vista francese porre i bambini di fronte ai limiti e costringerli ad affrontare la frustrazione che ne deriva li renderà persone più resistenti e felici.
- Fare la pausa. L'attesa è un fondamentale. Se un bambino piange o si sveglia di notte, le madri aspettano qualche secondo prima di intervenire. Questo permette loro di osservare il bambino, capire se ha fame, sonno o se ha bisogno di coccole. Una madre che interviene appena il bambino piange non sta osservando. La pausa permette di guardare e ascoltare e, ancora una volta, insegna la pazienza.
- "Sii saggio" è meglio che "fai il bravo. Dire "fai il bravo" sottintende trattare il bambino come un animale selvaggio che deve fingersi docile per un po', per esempio quando si va dai nonni piuttosto che a cena fuori. Dire sois sage", come fanno le francesi, significa chiedere al bambino di usare giudizio e di rispettare gli altri, sottintende la capacità di comprendere la situazione, fidandosi del bambino.
- Jean Jaques Rousseau e Francoise Dolto. Sono loro i colossi dell'educazione francese, vissuti a duecento anni di distanza l'uno dall'altro. Jean Jaques Rousseau, nel Settecento, pensava che i bambini dovessero avere la possibilità di svilupparsi in modo naturale, lasciandoli libero di esplorare e scoprire il mondo in modo che i suoi sensi si possano ridestare, immergendosi nel piacere del momento. Il contraltare dello spassarsela libero nei prati è però una disciplina piuttosto rigida, per Rousseau a comandare è il genitore. La Dolto, pediatra e psicoanalista di cui nel 2008 si è celebrato il centenario della nascita, sostenne che i bambini sono razionali e comprendono tutto fin dalla nascita; da qui l'importanza di parlare loro, sempre, di dire loro la verità (su cosa succede in famiglia o sul perché si trovano in ospedale, per esempio) per confermare dolcemente ciò che il bambino già sa. Per lei i bambini hanno motivazioni razionali anche quando si comportano male, è compito dei genitori ascoltare e cogliere queste motivazioni.
E poi le francesi hanno un approccio diverso rispetto all'americano (e direi anche italiano) senso di colpa congenito. Anche loro lavorano, tirano su i piccoli, si sentono stressate e inadeguate, ma considerano il senso di colpa poco salutare e spiacevole, e non vogliono che una parte della loro vita abbia la meglio sulle altre, incluso l'essere genitore. Facile, no?
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