22 ottobre 2017

Halloween? E' una festa (anche) italiana

Bambini mascherati ovunque, feste a tema mostruoso e adulti che ormai hanno capito e preparano dolcetti da distribuire.
Arriva notte di Halloween, la festeggiamo o liquidiamo il tutto come un'americanata? 
Beh, le cose non cose non sono poi così semplici. Molti sono sono propensi a pensare che non si tratta di una festa europea e tantomeno italiana, ma nel libro "Halloween. Nei giorni che i morti ritornano" Eraldo Baldini e Giuseppe Bellosi ci dimostrano il contrario e ci dicono che bisogna festeggiare, eccome!

foto by pcjumbo.com



Il fatto è che la vigilia di Ognissanti non è proprio una festa americana, ma una festa migrante: le popolazioni celtiche, nella prima metà dell'Ottocento, emigrando portarono in Americana l'usanza di festeggiarla. Solo che in America non esistevano le grosse rape che si usavano in Iranda, ma…  zucche! E presto l'usanza diventò festa di tutte le classi sociali.
Negli ultimi venticinque anni la festa è "tornata" in Europa attraverso romanzi e film ambientati nella notte di Halloween, togliendo però ogni tipo di riferimento a ciò che si festeggiava, cioè la vigilia di Ognissanti. Negli anni '60, poi, furono i Peanuts a farci scoprire un Charlie Brown in attesa di un misterioso Grande Cocomero (che in realtà, nel testo originale, era una grande zucca - the great pumpkin).
Nei dodici giorni che vanno dal 31 ottobre fino alla festa di San Martino (termine ultimo per finire la semina) i morti tornano e vogliono essere accolti, ed ecco i dolcetti tipici di questo periodo e il travestirsi da anime dell'aldilà per spaventare i vivi. E poi ci sono morti che vanno tenuti a distanza con dei riti difensivi, come gli scherzi, a volte anche pesanti, che si mettevano in atto in Italia nelle campagne
Il fatto è che, secondo gli antropologi, gli elementi della Halloween americana si ritrovano negli usi e nelle credenze italiane, molto più di quello che pensiamo.
Del resto il termine "Halloween" è una variazione del nome completo All Hallows' Eve, che tradotto significa "Notte di tutti gli spiriti sacri", cioè vigilia di Ognissanti: All Saints' Day
La dimensione dei morti è separata da quella dei vivi, ma c'è un momento in cui la porta tra i due mondi si apre e questi entrano in comunicazione. Anni addietro in Italia, durante questa notte, si stava in casa a raccontarsi storie di paura, esattamente come oggi si guardano i film o ci si mettono travestimenti mostruosi. In Emilia-Romagna i poveri avevano l'abitudine di recarsi di casa in casa per chiedere cibo, così da calmare le anime dei defunti, abitudine diffusa in altre regioni: i bambini, vestiti da fantasmi rappresentano le anime dei morti che chiedono doni (e preghiere) e, in cambio, promettono di non spaventare o fare scherzi ai vivi.

"La festa di Halloween è stata continuamente reinventata - scrivono gli autori - in relazione ai cambiamenti socio-culturali avvenuti tra Otto e Novecento e, pur diventando una delle più popolari, essa non è mai stata inserita tra quelle ufficiali e ha mantenuto alcuni elementi trasgressivi e carnevaleschi delle feste premoderne, caricandoli di nuovi significati in nuovi contesti sociali e culturali. Elementi che hanno contribuito a far sì che Halloween, probabilmente la festa più antica che c'è in Europa, abbia conservato sempre la propria vitalità." 
Ai bambini questa festa piace perché sono attratti dall'elemento misterioso. Festeggiamo dunque, ma spieghiamo bene ai bambini il significato di queste usanze. Noi stiamo già preparando i dolcetti!


Nessun commento:

Posta un commento